In questi giorni Indiegogo ha peccato un po’ di informazione fuorviante. Il loro annuncio che la campagna Ubuntu Edge avesse “battuto il record mondiale” superando il progetto Pebble Watch sulla piattaforma rivale Kickstarter non è del tutto accurato. Prima di tutto, la campagna Ubuntu Edge non era ancora terminata e, in ogni caso, non ha poi raggiunto la somma finale (come avevamo previsto). Pertanto, sebbene ci fosse la promessa di molto denaro, non verrà raccolto nulla in quanto il progetto non ha raggiunto il proprio target. In secondo luogo, se guardiamo semplicemente ai fondi raccolti tramite crowdfunding, allora sicuramente Star Citizen ha legittimo diritto ad essere proclamato “Campione del Mondo” con circa 16 milioni di dollari già raccolti e una campagna ancora in corso.
Ciò che è particolarmente interessante di quest’ultimo progetto è che mentre la campagna iniziale di Star Citizen era stata pubblicata su Kickstarter, il grosso del finanziamento ora sta essendo raccolto tramite una campagna in Do-It-Yourself (DIY) crowdfunding, in questo caso specifico usando un plugin di WordPress chiamato Ignition Deck.
L’appetito per il crowdfunding in DIY sembra essere sempre più forte. Spinto in parte dalla crescente popolarità del crowdfunding e quindi da un gruppo di crowdfunders sempre più esperti, è anche funzione del fatto che organizzazioni con un capitale sociale e relazionale ben stabilito riconoscono di non doversi necessariamente affidare a una delle piattaforme più grandi per garantire traffico o credibilità alla campagna, e dover quindi sostenere i costi aggiuntivi associati.
Man mano che le piattaforme più grandi diventano sempre più affollate di progetti, il vantaggio della visibilità e della scopribilità che generalmente deriva dal postare progetti su tali piattaforme si va progressivamente erodendo.
In modo simile, mentre queste stesse piattaforme sviluppano regole sempre più complesse e restrittive su come una campagna deve essere portata avanti, cosa è permesso e quali progetti sono accettati, l’idea di poter portare avanti la propria campagna come si vuole si fa sempre più attraente. Lo testimonia per esempio la storia di Lockitron, dove un gruppo di persone, frustrato dai vari rifiuti del progetto da parte di Kickstarter, ha deciso di lanciare la propria campagna in DIY e ha raccolto oltre 2 milioni di dollari in pre-ordini.
Per andare incontro a questo gruppo crescente di self-starter è disponibile una crescente gamma di prodotti e offerte. L’aspirante crowdfunder fai-da-te ha a disposizione una vasta gamma di opzioni, incluso il software Selfstarter sviluppato da Lockitron per la loro campagna, che ora è disponibile gratuitamente, insieme a molti altri disponibili su Github.
Plugins come Ignition deck e Astoundify sono estensioni per WordPress sempre più popolari e varie offerte white label da gruppi come Crowdvalley, Starteed e Apicista offrono la possibilità di scegliere tra varie opzioni, dall’hosting o l’embed di campagne a piattaforme di gestione di campagne singole fino alla possibilità di metter su la propria piattaforma di crowdfunding.
Per migliorare questa offerta, stanno emergendo altri servizi, offerte e funzioni associati per rendere il processo di raccolta fondi tramite crowdfunding sempre più facile e scorrevole e, allo stesso tempo, farne un modello più sostenibile. Ciò andrebbe ad includere piattaforme come il sistema di preordering di Celery e la funzione di e-commerce del quale abbiamo parlato in passato con TinyLight Bulbs, solo per fare due esempi.
Abbiamo spesso detto che il crowdfunding corrisponde a democratizzazione di capitale, e il modello DIY è forse l’ultima espressione di quell’ambizione, abbassando le barriere fino al punto da renderle totalmente assenti.
Questo significa forse che Kickstarter o Indiegogo presto scompariranno? Niente affatto, ma è un trend in crescita e un altro esempio di un settore, quello del crowdfunding, in continua evoluzione.
Presto pubblicheremo un report sul DIY crowdfunding. Se volete essere avvisati al momento della sua pubblicazione, contattateci.
E voi, se state pensando al crowdfunding, considerereste l’approccio DIY?
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