Mercoledì 25 settembre, ha avuto luogo la conferenza autunnale dell’Associazione del Crowdfunding britannica (UK Crowdfunding Association – UKCFA) presso gli uffici londinesi di Ernst & Young, o E&Y, come suppongo dovrei chiamarli.
Un considerevole numero di persone ha partecipato all’evento, aperto da Julia Groves della UKCFA e che ha avuto come keynote il membro del Parlamento Barry Sheerman, che ha un grande interesse per lo sviluppo del crowdfunding e ha sostenuto la sua presenza nelle stanze di Westminster.
E’ stato particolarmente bello vedere due piattaforme scozzesi rappresentate da Jude Cook di ShareIn e Derek Bond di Squareknot ed è stato un piacere ritrovare molte persone come Luke Lang di Crowdcube, che sarà a Roma ad ottobre come speaker a Crowdfuture.
Per quelli di noi impegnati in ricerca e consulenza sul crowdfunding può essere facile dimenticare che ciò che consideriamo conoscenza comune spesso non è così per il più vasto mondo del business. Barry Sheerman ha raccontato che quando ha chiesto per la prima volta alla Biblioteca della Camera dei Commons informazioni sul crowdsourcing e sul crowdfunding, hanno ammesso di non conoscere e di non riuscire a trovare niente, per la prima volta nella sua lunga carriera parlamentare . Le cose potranno anche essere migliorate da allora, ma è un utile promemoria per tutti noi che c’è ancora un basso livello di comprensione del crowdfunding, anche se più persone ne hanno sentito parlare .
L’evento ha avuto due sessioni parallele, entrambe interessanti. E’ stato particolarmente bello sentire Nicola Horlick, con alle spalle una robusta carriera nei mercati finanziari tradizionali, riguardo la sua conversione e il suo entusiasmo per le possibilità avanzate dal crowdfunding. Sono stato particolarmente lieto di sentirla approvare tacitamente due idee che abbiamo avanzato, aumentando le possibilità che investitori istituzionali creino prodotti finanziari che comprendano un portafoglio di investimenti di debito P2P. Ha anche suggerito che un mercato secondario per i titoli azionari non-negoziabili e titoli da piattaforme di equity potrebbe essere una buona idea per aumentare la liquidità, un’idea che avevo suggerito in una conferenza a Vienna qualche mese fa.
La seconda sessione si è incentrata maggiormente sulla regolamentazione e David Blair di Osborne Clarke, un altro partecipante a Crowdfuture il prossimo mese, ha presentato una prospettiva legale bilanciata e robusta, mentre David Geale della FCA ha offerto il punto di vista dei regolatori e Ian Livingston è stato semplicemente piacevole e interessante. Come ci si potrebbe aspettare, si è trattato di un grintoso insieme di scambi e punti di vista, ma la mia preoccupazione continua ad essere che un insieme di regole appositamente studiate per il crowdfunding andrà a limitare e diminuire l’innovazione nel settore, a suo discapito. Avendo una struttura di diritto comune che attualmente non legifera specificamente sul crowdfunding consente nuovi approcci che soddisfano i requisiti normativi. Non appena tali parametri vengono appositamente disposti, l’innovazione nel crowdfunding sarà, credo, limitata, e l’arte del possibile sarà determinata dalla visione dei regolatori che, temo, sia troppo limitata e influenzata dal pensare “tradizionale”.
Tuttavia una delle indubbie impressioni sulla manifestazione è stata l’aria generale di collaborazione e di sostegno da parte dei partecipanti e l’apertura delle conversazioni durante il networking è stato un promemoria, se ce ne fosse bisogno, di quanto collaborativo, aperto e innovativo sia questo settore. Che possa rimanere così a lungo.
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